DHARANA

Concentrazione”, è il primo delle cosiddette “membra interne” (antar-anga) o “spirituali”.
Secondo la definizione di Patañjali consiste nella fissazione del pensiero in un solo punto.
Nel corso di questo esercizio la mente è unicamente consapevole dell’oggetto su cui si fissa e i sensi, non essendo più in contatto con i propri oggetti, cessano di svolgere le loro ordinarie funzioni, facendo quindi procedere il praticante sulla via dell’arresto delle funzioni mentali cui aspira l’intero sistema di Patañjali.
I luoghi su cui la mente deve fissarsi sono la regione ombelicale, il loto del cuore, la luce della testa, la punta del naso, la punta della lingua o un oggetto “esterno”, come per esempio l’immagine divina.
L’importanza di questa tecnica aumenta con l’affermarsi dell’Hatha Yoga, il quale la impiega frequentemente nella pratica delle āsana (posture) e delle mudrā (gesti).
Lo scopo della Dhāranā non è, del resto, solo quello di arrestare le funzioni mentali, ma anche, o per meglio dire in conseguenza di ciò, quello di comprendere la vera natura dell’oggetto su cui la mente si fissa, o del livello spirituale, mistico, che esso rappresenta (i luoghi fisici summesionati , come la punta del naso, ecc., hanno tutti una particolare importanza nella fisiologia mistica). A questo proposito la Yogatattva-upanisad divide il corpo in cinque parti, ognuna delle quali corrisponde a un elemento cosmico ed è associata ad un mantra e a una particolare divinità.